A occhi aperti
- 17 Settembre 2020
- Posted by: VectorWM
- Categoria: Non categorizzato
«Bruciamo eventi in un tempo velocissimo, tutto passa in un attimo. Pochi giorni e la Storia appare consumata. Ci sembra tutto già lontanissimo solo un mese dopo.»
Citazione tratta da A occhi aperti, di Mario Calabresi
«Bruciamo eventi in un tempo velocissimo, tutto passa in un attimo»: per questo i mercati sono sempre sull’attenti, “a occhi aperti”, pronti per cogliere ogni cambiamento. E per capire l’evoluzione degli eventi, una delle cose più importanti è monitorare i dati macro.
Partiamo dalla locomotiva d’Europa: l’indice Zew relativo alle attese economiche in Germania – pubblicato nei giorni scorsi – si è attestato a 77,4 punti a settembre, contro i 71,5 di agosto (un risultato che sembra «già lontanissimo solo un mese dopo»). Il dato ha stracciato il consenso degli analisti, i quali si aspettavano invece una contrazione a 70 punti. Sempre a settembre, l’indice riferito alle attuali condizioni economiche tedesche è risultato pari a -66,2 punti (-81,3 di agosto).
Sul fronte macro, buone notizie arrivano anche dalla Cina. La produzione industriale della superpotenza asiatica ha accelerato ad agosto, portandosi ai massimi degli ultimi otto mesi. In particolare, è cresciuta del 5,6% anno su anno, contro il +4,8% del mese precedente e al di sopra delle aspettative, pari a 5,1%. Vanno bene anche le vendite al dettaglio (+0,5 su base annua ad agosto, è il primo aumento del 2020). Si tratta di un’inversione di tendenza rispetto al calo dell’1,1% di luglio, e ciò suggerisce che la ripresa economica si stia consolidando dopo il pesante contraccolpo della pandemia di Covid-19. Le vendite sono aumentate soprattutto nelle telecomunicazioni (+25,1%), cosmetici (+19%), gioielli (+15,3%), automobili (+11,8%), cura della persona (+11,4%) e forniture per ufficio (+9,4%).
E gli eventi vengono bruciati in tempo velocissimo anche in Giappone. L’ormai ex primo ministro nipponico, Shinzo Abe, a causa di problemi di salute, è stato sostituito da Yoshihide Suga. Un cambio al vertice che sembra avvenire nel segno della continuità delle politiche economiche. Gli esperti sono tutti abbastanza concordi: Suga, ex braccio destro di Abe, proseguirà nel solco dell’Abenomics, ovvero la strategia basata sul massiccio ricorso alla spesa pubblica, sull’easing monetario aggressivo e su una serie di riforme per la crescita di lungo periodo. Sul fronte equity, durante il mandato dell’ex primo ministro, si è assistito a una significativa crescita del mercato azionario nipponico e dei profitti aziendali. E Suga mira a proseguire su questa strada.
Un altro evento a cui dare rilievo? La recente riunione di politica monetaria della Banca centrale europea. L’istituto ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse: il tasso principale rimane fermo a zero, il tasso sui depositi resta a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%. L’Eurotower ha sottolineato che continuerà gli acquisti di debito col programma per l’emergenza pandemica Pepp «almeno fino a giugno 2021», o comunque «fino a quando la Bce non considererà l’emergenza da coronavirus terminata». La Banca centrale europea ha poi ribadito che è pronta «a regolare tutti i suoi strumenti, come opportuno, per assicurare la convergenza dell’inflazione verso il suo obiettivo in maniera sostenibile». Christine Lagarde, presidente dell’istituto, ha detto che «l’Eurozona necessita ancora di un ampio stimolo monetario». Inoltre, ha poi aggiunto che i dati «indicano un forte rimbalzo dell’attività economica anche se il livello è più basso rispetto al periodo pre-pandemico», ma «le prospettive della ripresa continuano ad essere circondate da incertezze a causa dell’emergenza coronavirus». Infine, sono state rese note le nuove stime sul Pil dell’area euro, che per il 2020 sono in leggero rialzo a -8% dal -8,7% previsto a giugno. Nel 2021 la crescita attesa è pari al 5% (da +5,2% precedente) e nel 2022 al +3,2% (da +3,3%).
Passando agli States, la Federal Reserve ha deciso di lasciare i tassi fermi ai livelli attuali (0-0,25%) almeno fino al 2023 e di proseguire con il piano di acquisti di titoli (80 miliardi di dollari al mese più 40 per le Mortgage-based securities). L’istituto, insomma, continua il proprio orientamento espansivo anche in seguito all’adozione della nuova strategia che le impone di raggiungere un obiettivo di inflazione del 2% medio “nel tempo”. Ciò significa, secondo quanto spiegato dalla Fed, che la banca centrale Usa punta ora a un’inflazione «moderatamente» superiore al 2% fino a quando necessario per controbilanciare la lunga fase di bassa inflazione.