4,3,2 1

“Il mondo è solido per un periodo, poi una mattina esce il sole e comincia a sciogliersi.

Non c’è dunque scampo all’incessante e impetuoso rimescolarsi di vita e morte, gioia e sofferenza, paure e slancio, da cui tutti veniamo travolti.

…e sempre, fin dall’inizio della sua vita consapevole, con la sensazione costante che i bivi e le parallele delle strade prese e non prese fossero tutti percorsi dalle stesse persone nello stesso momento, le persone visibili e le persone ombra, che il mondo effettivo fosse solo una piccola parte di mondo, poiché la realtà consisteva anche in quello che sarebbe potuto succedere ma non era successo”.

Ecco l’unico vero vantaggio di avere i soldi, decise: non stava nel fatto che potevi comprare più cose ma nel fatto che non dovevi più camminare con quell’infernale nuvoletta di pensieri sopra la testa”, tratto da “4, 3, 2, 1” di Paul Auster.

Stanley Ferguson e Rose Adler sono due ebrei di seconda generazione, newyorkese Rose e del New Jersey Stanley; dopo un primo capitolo dedicato alle rispettive famiglie di origine e al loro matrimonio, nel 1947 nasce Archibald, detto Archie, il loro unico figlio. La narrazione segue Archie lungo quattro possibili sviluppi della sua vita, nati ognuno dall’avverarsi o meno di diverse possibilità: che lo zio vinca o meno alle scommesse sportive, che il padre continui o meno a lavorare con i fratelli, che la zia si sposi e si trasferisca oppure no, che Archie si rompa una gamba oppure inizi a giocare con successo a baseball, e così via. Quattro possibili vite per un unico personaggio. Tutte le volte di fronte a un bivio la cui scelta segnerà quale delle possibili strade verrà scartata e quale invece è destinata a diventare realtà.

E’ proprio dal caos della folla, dal marasma di informazioni, dal gomitolo inestricabile di dati macro, bilanci societari, politiche monetarie o fiscali, che nascono le aspettative o consapevolezze degli investitori. La consapevolezza del fatto che, in fondo, la realtà dei mercati non è mai definitiva e che dietro ogni quotazione ci sono tante facce (ben più di quattro) e che ogni scelta ci mette di fronte a un crocevia (altro che bivio!) di alternative, che a loro volta porteranno su altre strade.

 

Spesso i mercati rappresentano solo in parte la molteplicità del mondo nel tentativo di tenere il passo con la complessità della vita.

In queste settimane le piazze finanziarie mondiali hanno provato a testare ogni via. Prima il crollo improvviso, legato all’esplosione della volatilità, che ha ricordato agli investitori come, in ogni momento, ogni scenario sia possibile. La calma piatta e la crescita lenta ma praticamente infinita con inflazione sotto controllo non era e non è più la sola e unica strada. E’, semplicemente, quella percorsa finora e tracciata dalle Banche centrali. Ma siamo giunti a un bivo, diramazione che non si vedeva da tempo. Ora bisogna fare delle scelte. Capire quale sarà la strada che i mercati seguiranno per anticiparla.

Sul terreno ci sono diverse tracce, come nei sentieri di montagna, ma solo uno è il percorso giusto. La politica fiscale, che promette di sostituirsi a quella monetaria è la prima traccia. Vi è poi quella indicata dai dati macroeconomici. Infine i tassi , le valute, i prezzi delle materie prime, soprattutto del petrolio. Sul terreno bisogna, inoltre, decifrare ogni segno e prendere una decisione. Consapevoli che il mercato seguirà una strada e poi di   fronte al prossimo bivio ne sceglierà un’altra.

Dopo l’esplosione della volatilità di inizio febbraio, sembrava che il mercato avesse deciso di prendere il sentiero verso il basso, o meglio una scorciatoia per saltare tutti i tornanti. Poi, invece, ci si è accorti che era solo un tratto in discesa, forse di consolidamento. Adesso la direzione, ancora una volta sembra meno chiara anche se la reazione dai minimi di periodo è stata netta. Il clima oggi appare sereno. I dati macro continuano ad indicare una sola direzione. In Usa, l’indice PMI del comparto manifatturiero e servizi, calcolato per il mese di febbraio, è cresciuto più delle attese portandosi sui picchi del 2015. Il dato composito risulta pari a 55,9 punti, da 53,8 di gennaio.

Negli Stati Uniti, il rendimento del Treasury a due anni ha superato, il 21 febbraio, la soglia del 2,26% (che non vedeva dal 2008). Lo stesso giorno il rendimento a due anni italiano era negativo dello 0,2%. Praticamente a due anni lo spread Italia USA era di 246 punti base… Qualche anno fa si ripeteva, incessantemente, che lo spread misurava il rischio Paese. Oggi, per chi è più attento e sa leggere le tracce lasciate sul terreno, lo spread sembra indicare il rischio di alcuni mercati obbligazionari drogati dalle politiche monetarie delle banche centrali. Ma anche questa è una delle tante ipotetiche strade. Anche in Europa si provano a tracciare nuovi sentieri, Berlino e Parigi vorrebbero accelerare sulle riforme ma si aspettano le votazioni italiane. Più per rispetto che per timore, la strada sembra segnata, grandi intese o niente. Ora lo stallo non lo vuole nessuno.

Il best seller 2017 di Paul Auster vuole suggerirci che molteplici possono essere le vie, le interpretazioni di questi mercati. Ma non importano tutte le ipotetiche strade che possono seguire. L’unica via che stabilisce i prezzi è quella che poi si realizzerà e a oggi, per rimanere ancorati alla realtà, i dati macro parlano tutti all’unisono: l’economia corre e per ora non sembra stanca. Il resto sono solo fredde ipotesi pronte a sciogliersi al sole.