🇨🇭Swiss Mirror – Svizzera, la patria delle multinazionali guarda alla responsabilità d’impresa

La Svizzera possiede la più alta concentrazione di aziende della classifica Global 500 in rapporto alla sua popolazione. La lista, stilata dalla rivista Fortune e aggiornata ogni anno, raggruppa i primi 500 gruppi economici mondiali in base al fatturato. Di questi, quattordici hanno sede in Svizzera, per esempio Glencore, Nestlé, Zurich Insurance Group e Novartis.

In totale, secondo l’Ufficio federale di statistica, nel 2018 le aziende parte di un gruppo multinazionale erano quasi 28.000 e impiegavano 1,4 milioni di persone. Tra queste, più di 16.000 avevano una sede sociale sul territorio svizzero e creavano circa 920.000 posti di lavoro.

I numeri mettono quindi in chiaro l’importanza delle multinazionali per l’economia svizzera, quali fonti di impieghi ed entrate fiscali. E, dall’altro lato, i grandi gruppi trovano numerosi vantaggi nella Confederazione: stabilità economica, forza del sistema finanziario, personale qualificato, fiscalità snella e regolamentazione flessibile.

In particolare, la Svizzera è tra le più importanti piattaforme mondiali per il commercio di materie prime, dai beni agricoli ai minerali, dal petrolio ai metalli. Oltre alla già citata Glencore, nel Paese hanno sede anche Vitol, Mercuria e Gunvor. La Confederazione ha infatti una forte tradizione nel commercio che affonda le proprie radici nella prima metà dell’Ottocento. E ancora oggi continua ad attirare grandi player.

Ma vi sono multinazionali che spiccano in altri settori. Come NestlĂ©, da vari anni leader internazionale dell’alimentazione e delle bevande. Oppure Roche e Novartis, che sono tra i piĂą importanti gruppi dell’industria farmaceutica. Inoltre, vi sono anche realtĂ  attive nel mercato dei materiali da costruzione (LafargeHolcim) e dell’elettrotecnica (ABB).

La lista è ancora lunga: Richemont e Swatch Group, secondo il rapporto Global Powers of Luxury Goods dello studio di consulenza Deloitte, sono tra i dieci maggiori gruppi internazionali attivi nel settore del lusso. La Confederazione, inoltre, è sede della seconda impresa al mondo per il lavoro temporaneo, ovvero Adecco.

Adesso i riflettori sono puntati sul 29 novembre, giorno in cui gli svizzeri voteranno su due temi particolarmente importanti. Ovvero l’iniziativa “Per imprese responsabili”, la quale vuole sottoporre le multinazionali a standard ambientali precisi e ad obblighi nel campo della violazione dei diritti umani anche nelle attivitĂ  svolte all’estero. L’altra questione riguarda “il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico”, che mira a vietare alla Banca nazionale svizzera e alle casse pensioni di investire nel settore degli armamenti.

“Per imprese responsabili” è ovviamente l’iniziativa che riguarda piĂą da vicino le multinazionali. Tra i contrari vi è Michel Liès. Il presidente del gruppo di assicurazioni Zurich e di Avenir Suisse ha rilasciato un’intervista a Swissinfo in cui ha spiegato la sua posizione: «Prima di tutto, l’intenzione è piuttosto lodevole. Per contro, l’approccio non mi sembra molto efficace, perchĂ© in un certo senso si vuole imporre la propria sovranitĂ  giuridica ad altri Paesi. Non so se gli altri Paesi troveranno questo approccio molto simpatico. Imporre le proprie leggi è un po’una mancanza di fiducia nelle leggi locali». Per Liès, inoltre, sono giĂ  in atto dei cambiamenti, perchĂ© sempre piĂą azionisti, clienti e dipendenti spingono le aziende ad agire secondo criteri etici e di responsabilitĂ  ambientale (anche se ad oggi mancano norme sistemiche).

Non è della stessa opinione l’ONG Public Eye, secondo cui l’approvazione dell’iniziativa porterà la Svizzera a dotarsi di una legislazione sulla responsabilità delle imprese chiara ed efficace, che sarebbe un vero passo in avanti. Géraldine Viret, portavoce dell’associazione, la ritiene una questione fondamentale, soprattutto per i «Paesi fragili, dove la popolazione vive in estrema povertà nonostante le ricchezze del suo suolo, e dove lo Stato non è nemmeno in grado di proteggere i suoi cittadini». L’iniziativa sta riscontrando appoggio trasversale da varie personalità sia della sinistra che del centro-destra. Ora serve un po’ di pazienza: il 29 novembre scopriremo quale delle due posizioni avrà la meglio.