🇨🇭Swiss Mirror – Ricerca e innovazione, così il biotech elvetico resta sul tetto del mondo

Uno dei fiori all’occhiello della Svizzera è, senza ombra di dubbio, il settore delle scienze della vita. E nel 2021 ha attirato investimenti equity per oltre 3,3 miliardi di franchi da soggetti nazionali e internazionali, nonché più di 2,5 miliardi – un record – per attività di ricerca e sviluppo (R&S). I numeri sono messi in evidenza nello Swiss Biotech Report 2022, pubblicato di recente dalla Swiss Biotech Association in collaborazione con EY e altre organizzazioni partner.

A dare un’accelerazione al settore è stato il ruolo svolto, lo scorso anno, da alcune aziende elvetiche nella lotta alla pandemia di Covid-19. Due gruppi, in particolare, hanno sviluppato in partnership efficaci terapie specifiche per il coronavirus (Humabs BioMed/Vir Biotechnology e Molecular Partners/Novartis). Ma non esiste solo il Covid, e le aziende biotech svizzere hanno continuato – e continuano – a fare ricerca di alta qualità per sviluppare soluzioni innovative per altre esigenze mediche ancora insoddisfatte.

Facendo uno zoom sui 2,5 miliardi dedicati ad attività R&S, va infatti sottolineato che la stragrande maggioranza delle risorse è stata indirizzata a ricerche che non erano legate al coronavirus. Ad esempio, è stata data molta attenzione al campo dell’oncologia, ma anche alla neurologia e a un settore emergente come la rigenerazione cellulare. E anche le innovazioni tech si sono ritagliate il loro spazio: parallelamente allo sviluppo di nuove terapie, gli investitori hanno sostenuto modelli di business focalizzati sulla gestione digitale dei dati, per favorire la produzione di medicine personalizzate.

I casi di successo non mancano, come l’IPO di SOPHiA Genetics. Oppure la recente certificazione per Floodlight – un’applicazione per pazienti con sclerosi multipla di Roche – che conferma le potenzialità degli approcci basati sui dati.

Relativamente alle scienze della vita, il report si è soffermato sulle «fonti dell’innovazione svizzera», che hanno consentito al Paese di mantenere la posizione di leader del Global Innovation Index per oltre un decennio. Tra queste ci sono le partnership strategiche pubblico-private a livello nazionale, come l’istituto IOB a Basilea per l’oftalmologia, il Campus Balgrist di Zurigo per la salute muscolo-scheletrica, o i Wyss Center di Zurigo e Ginevra.

«L’anno scorso abbiamo espresso una certa cautela», ha detto Michael Altorfer, Ceo della Swiss Biotech Association. Si temeva infatti un impatto negativo della pandemia sulla propensione svizzera a non intervenire nel libero mercato, creando un possibile effetto boomerang sull’innovazione. Invece, ha sottolineato Altorfer, «i livelli record di finanziamento nel 2020 e nel 2021 suggeriscono che gli investitori biotecnologici non solo svizzeri, ma globali, continuano a riconoscere l’attrattiva delle opportunità offerte» dal Paese. «Sostenere l’innovazione e la crescita – ha puntualizzato il Ceo – deve continuare a essere una priorità fondamentale. Sono lieto di vedere che, in risposta, la Svizzera continua a privilegiare l’attrazione dei migliori talenti e amplia ulteriormente le collaborazioni internazionali».

Altorfer, infine, ha messo in evidenza anche la spinta delle startup, le quali dovrebbero ricevere un ulteriore impulso dal nuovo segmento Sparks, lanciato di recente da SIX Swiss Exchange. L’obiettivo è quello di offrire un’opzione di quotazione “snella”, che facilita l’accesso ai mercati dei capitali globali.

«È incoraggiante che Swissmedic, l’agenzia svizzera per i prodotti terapeutici, abbia approvato 45 nuovi farmaci nel 2021, una cifra ancora una volta superiore alle 42 approvazioni di nuovi farmaci innovativi nel 2020», ha aggiunto Frederik Schmachtenberg, partner di EY.

A livello di fatturato, lo scorso anno l’industria biotecnologica elvetica ha generato ricavi per 6,7 miliardi di franchi, contro i 4,9 miliardi nel 2020. Parliamo di un aumento significativo che è stato principalmente trainato dalla crescita delle vendite di prodotti, insieme all’impulso degli accordi di collaborazione e licenza. Ma il Paese già guarda avanti, ed è infatti pronto (qualora si trovasse l’intesa) a ristabilire la sua piena associazione con Horizon Europe, il programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione.