🇨🇭Swiss Mirror – Oltre 2,7 miliardi per le startup elvetiche nel 2021

La Svizzera rappresenta un terreno fertile per i round di finanziamenti in startup. A dirlo è il ramo elvetico della società di consulenza EY, che ha recentemente pubblicato un’analisi in cui fa il punto della situazione. In particolare, durante il 2021, nella Confederazione oltre 2,7 miliardi di euro (circa 2,78 miliardi di franchi) in capitale di rischio sono stati investiti in startup, rispetto agli 1,8 miliardi di euro dell’anno precedente.

Un risultato che pone la Svizzera al settimo posto tra le nazioni d’Europa. Ma “se si confronta il numero di operazioni di finanziamento con le dimensioni del nostro Paese, la Confederazione sta andando molto bene”, ha sottolineato Sascha Stahl, Head of Start-Ups and Family Business Leader presso il ramo elvetico di EY. Aggiungendo un’altra dinamica significativa: “I risultati mostrano chiaramente che esiste un numero superiore alla media di startup innovative in Svizzera che riescono a convincere gli investitori dei loro modelli di business”.

In termini di round di finanziamento nel 2021, il Paese è al quarto posto in Europa con 623 accordi, in crescita dai 540 dell’anno precedente. Solo nel Regno Unito, in Germania e in Francia sono stati registrati numeri superiori. Nella classifica delle città europee, Zurigo ha ottenuto il quinto posto con 197 round, dietro a Londra, Berlino, Parigi e Barcellona.

In Svizzera, le operazioni più importanti sono state finalizzate da imprese come la società farmaceutica Quercis Pharma di Zugo (130 milioni di euro), MindMaze di Losanna (attiva nella neuroterapia, 108 milioni), la biofarmaceutica Anaveon di Bottmingen (103 milioni), Numab di Wädenswil (specializzata nella terapia del cancro, 91 milioni di euro) e Bright Peak Therapeutics di Basilea (focalizzata nelle cure con citochine, 89 milioni di euro). “Il fatto che i maggiori investimenti vengano effettuati in startup dei settori farmaceutico, biotecnologico e terapeutico dimostra quanto sia forte la Svizzera nei settori della ricerca” e nello sviluppo di nuove soluzioni mediche. Lo ha messo in evidenza Susanne Weissbäcker, partner di Health & Life presso la società di consulenza strategica EY-Parthenon.

A livello continentale, nel 2021 gli investimenti in venture capital in giovani imprese europee – che non hanno piĂą di dieci anni – hanno raggiunto la soglia di 88,1 miliardi di euro. Rispetto al 2020 si tratta di un aumento sostanziale del 141% e della somma piĂą grande mai investita in un anno. A titolo di confronto: dal 2018 al 2020 il settore ha totalizzato 88,9 miliardi di euro.

Tornando al focus sulla Svizzera, bisogna dire che esistono anche operazioni di piccolo taglio, ma molto significative dal punto di vista dell’innovazione. Un esempio? A gennaio è stato annunciato che Pariter Partners, holding di investimento che guida il primo e unico syndicate network italiano specializzato sul deep-tech, a fine dicembre 2021 ha investito in Komp-Act, startup svizzera fondata nel 2018 per aiutare le aziende produttrici di macchinari industriali ad adottare soluzioni ibride o elettriche.

L’operazione rientra all’interno di un piano da 520 mila euro per sostenere tre progetti, tra cui appunto Komp-Act. Poca roba se pensiamo ai 130 milioni Quercis Pharma, ma non bisogna sottovalutare le implicazioni, soprattutto dal punto di vista della sostenibilità. In particolare, la startup svizzera ha creato un innovativo attuatore elettrico, sistema fondamentale nel comparto dell’automazione industriale, dotato di un motore in grado di convertire un movimento rotatorio in uno lineare. Ebbene, secondo i test, grazie a questa soluzione è possibile aumentare la produttività fino a tre volte rispetto ai tradizionali sistemi pneumatici e, al contempo, ridurre il consumo di energia fino al 90%. Inoltre, Komp-Act mira a favorire la diminuzione di CO2 di 50 milioni di tonnellate entro il 2040.

Tutto è nato dall’ingegnere aerospaziale Salvatore De Benedictis, oggi Ceo dell’azienda: “La ricerca mi ha portato in Svizzera, dove ho potuto mettere a frutto ciò che ho avuto l’opportunità di iniziare a studiare in Italia. Ho avuto il desiderio di creare qualcosa che avesse radici anche nel mio Paese d’origine, grazie a investitori italiani che credessero nelle mie idee e nel progetto”. E chissà fin dove porterà questa sinergia italo-elvetica.