🇨🇭Swiss Mirror – La carica dei designer e ricercatori elvetici

La Svizzera è tornata protagonista alla Milano Design Week. L’appuntamento più importante a livello industry, il Salone del Mobile, che lo scorso anno era stato cancellato a causa della pandemia di Covid-19, è ripartito sabato 4 settembre e si chiuderà venerdì 10. Ed è ritornato anche il celebre Fuorisalone, il mix di eventi e presentazioni che si svolgono in giro per la città meneghina. A portare alla ribalta il design svizzero in questa settimana – che attira i riflettori da tutto il mondo – è la Fondazione per la cultura Pro Helvetia, la quale ha selezionato i progetti più innovativi di dieci giovani designer.

Tra cui delle uniformi per il personale medico, monouso e biodegradabili, oppure l’incubatrice per neonati con la particolarità di essere stata sviluppata per rispondere alle difficoltà che incontrano i Paesi subsahariani; si tratta infatti di un oggetto portatile, che può resistere ad alte temperature e ad una forte umidità, alla polvere e alle interruzioni di corrente (che in tali regioni sono alquanto frequenti).

Ma ci sono anche altri progetti al servizio delle persone: dalla sedia studiata per aiutare gli anziani che vivono nelle case di riposo, alla mascherina riutilizzabile pensata prima che scoppiasse la pandemia. E anche una cover per i-phone con custodia per occhiali da vista. Sylvain Gardel, responsabile della divisione design e media interattivi di Pro Helvetia, come riportato da Swissinfo, ha detto che la Fondazione «cerca di rispondere alla domanda di sapere qual è il design svizzero oggi e ciò che può apportare al pubblico. Il design deve aiutare a migliorare le nostre vite e risolvere veri problemi».

La filosofia è chiara: bellezza estetica certo, ma unita alla praticità. I progetti selezionati saranno esposti fino al 12 settembre, sotto il titolo di “Design Switzerland”, tra gli edifici storici di un ex ospedale militare, al centro di un parco lussureggiante (Parco Piazza d’Armi) nella zona ovest di Milano. Uno scenario davvero unico offerto da Alcova, una piattaforma per il design indipendente che, in particolare, organizza manifestazioni itineranti.

«Penso che la maggior parte dei designer qui presenti – sottolinea Gardel – sia la prima volta che si confronta con il mondo esterno. Il salone del mobile di Milano è un appuntamento importante per il design in Europa. Dunque, per loro è un grande onore poter essere qui, nel contempo però è anche una grande sfida: si presenta il proprio progetto al grande pubblico, alle persone del ramo e si ottiene magari per la prima volta un ‘feedback’. Quindi c’è sicuramente della pressione, ma si tratta anche di una bella sfida».

Aver portato il design svizzero a Milano è importante anche per conquistarsi della visibilità sulla stampa internazionale, e magari per trovare un partner italiano che sia strategico per i designer.

Ma gli elvetici vogliono primeggiare anche nel campo della tecnologia. Pensiamo alle batterie, che troviamo ovunque (nei nostri telefoni, computer e automobili) ma che possono essere migliorate, rese più performanti ed economiche. Per cui, oltre ai designer svizzeri, bisogna parlare un po’ anche dei ricercatori svizzeri.

«Secondo l’UE abbiamo una buona base in termini di ricerca e innovazione delle batterie», ha spiegato a Swissinfo Corsin Battaglia, esperto del Laboratorio federale per la scienza e la tecnologia dei materiali (Empa). La Svizzera, pur non facendo parte dell’Unione europea, è infatti coinvolta da vicino nei progetti di ricerca in questo settore. Come la European Battery Alliance, lanciata quattro anni fa da Bruxelles per incrementare la produzione e lo sviluppo di batterie innovative. Il progetto prevede la costruzione di quasi 40 fabbriche sul territorio europeo, secondo l’Ong Transport & Environnement. Nel caso in cui diventassero tutte operative, il continente avrebbe il controllo del 20% del mercato globale di batterie nel 2025, per un valore annuale stimato a 250 miliardi di euro (270 miliardi di franchi svizzeri).

Uno dei primi stabilimenti, il Northvolt Ett, è in costruzione proprio nel nord della Svezia. Stando alle previsioni, la fabbrica sarà in grado di produrre ogni anno batterie sufficienti per un milione di veicoli elettrici.