🇨🇭Swiss Mirror – Coronavirus, la Svizzera accelera sul vaccino

Tutto il mondo corre verso il vaccino contro il Covid-19, e la Svizzera non vuole rimanere indietro. Di recente, Swissmedic ha infatti avviato la prima (a livello confederale) valutazione scientifica in questo campo. La domanda di omologazione è stata presentata all’inizio del mese dalla società AstraZeneca, che sta sviluppando il vaccino in collaborazione con l’Università di Oxford. L’esame viene effettuato mediante la “rolling submission”, ovvero la procedura che consente alle aziende farmaceutiche di presentare domande per i prodotti medicali anti-coronavirus ancor prima che lo sviluppo sia ultimato. In questo modo, mentre AstraZeneca prosegue gli studi clinici, è possibile accelerare l’omologazione. I futuri risultati disponibili dovranno essere inviati a Swissmedic non appena saranno pronti e, affinché il vaccino riceva l’autorizzazione finale, dovrà essere confermata la sua efficacia e sicurezza.

A settembre – va ricordato – AstraZeneca aveva dovuto sospendere la sperimentazione del suo vaccino a causa di una reazione sospetta (una mielite trasversa, infiammazione del midollo spinale) che ha colpito uno solo dei volontari – su un totale di 50.000 persone – sui quali era stato testato il farmaco. L’interruzione dei test, di fase 3, è stata decisa temporaneamente e in via precauzionale. Il 17 di settembre, l’Università di Oxford aveva però dichiarato tramite il suo sito web di giudicare «improbabile» un legame tra la reazione sospetta e la vaccinazione.

La Confederazione, precedentemente, aveva già raggiunto un accordo per la fornitura di 4,5 milioni di dosi con un’altra società, ovvero il gruppo statunitense Moderna. Le autorità avevano tuttavia precisato che sarebbero rimaste in contatto anche con altre case farmaceutiche potenzialmente in grado di sviluppare e procurare un vaccino. Una scelta che risulta azzeccata, soprattutto considerando che, questa settimana, Moderna e Pfizer sono incappate in alcune criticità.  Alcuni dei volontari che stanno partecipando alle sperimentazioni hanno avuto alcuni effetti collaterali, tra cui febbre alta, dolori muscolari, mal di testa e spossatezza. Le controindicazioni, secondo quanto riportato dall’emittente americana Cnbc, sono durate appena un giorno, ma sono state particolarmente gravi e debilitanti. Tenere aperte più possibilità con diverse aziende farmaceutiche è quindi la scelta più strategica.

In attesa di ulteriori novità sul fronte dei vaccini, le autorità monitorano attentamente l’andamento dei contagi in Svizzera. A livello economico, uno dei settori più colpiti è – ovviamente – quello degli eventi fisici. Ma non tutto è perduto: ad esempio, in campo cinematografico, i festeggiamenti per i cento anni di Federico Fellini continuano, anche se una parte del programma è stata rinviata al 2021. La Svizzera ha svolto e svolge un ruolo molto importante nella salvaguardia della memoria (documenti, dipinti, fotografie e cimeli) del celebre regista italiano. Vent’anni fa, a Sion, nacque la Fondazione Fellini per il cinema, che da allora ha promosso oltre 100 esposizioni sul territorio nazionale e nel mondo. Attualmente è impegnata nei festeggiamenti del centenario e, tra le iniziative, c’è la mostra (organizzata nei propri spazi) “Le ossessioni oniriche di Fellini”, un’immersione ne Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet, il film che il regista lasciò incompiuto.

E se gli eventi dedicati al Maestro hanno subito “solo” un parziale rallentamento, chi sembra non aver risentito minimamente del coronavirus è l’agricoltura svizzera. Anzi, nell’anno in corso dovrebbe produrre un valore aggiunto lordo di 4,4 miliardi di franchi, pari a una crescita del 5,8% rispetto al 2019. È quanto emerge dai dati pubblicati questa settimana dall’Ufficio federale di statistica (UST). In un comunicato viene sottolineato che i rapidi adattamenti del settore e di tutta la filiera agroalimentare alla pandemia hanno permesso di garantire il flusso operativo.

Il buon risultato deriva da una produzione totale rimasta sostanzialmente stabile (+0,2% a 11,4 miliardi di franchi), ma con costi in discesa. Stando alle prime stime dell’UST, le cosiddette spese di consumo intermedio (come foraggio, energia, concimi e manutenzione) hanno registrato una diminuzione del 3,1% (a 7 miliardi). Inoltre, si segnala un aumento per la produzione animale, che nel 2020 dovrebbe crescere del 4,5% su base annua, arrivando così a 5,7 miliardi di franchi.