🇨🇭 Swiss Mirror – La Green Investment Bank e il dibattito sul futuro del Paese

Uno dei più importanti (e difficili) obiettivi per la tutela del pianeta è quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per farlo, la Svizzera avrà bisogno di ingenti risorse finanziare. Pertanto, la costituzione di una banca di finanza etica e sostenibile (o Green Investment Bank) statale potrebbe essere una buona idea?

La proposta è stata lanciata dal think tank svizzero Foraus a inizio anno, e in questi mesi ha ricevuto il sostegno di numerosi parlamentari elvetici. Tuttavia c’è anche un fronte critico, secondo cui una Green Investment Bank non sarebbe utile. Addirittura, i detrattori paventano il rischio che venga distorta la concorrenza nel settore delle banche commerciali.

Ma andiamo con ordine. L’idea di base è semplice: istituire una nuova banca controllata dallo Stato che, nei prossimi dieci anni, investa dieci miliardi di franchi in progetti ecosostenibili. La partecipazione pubblica farebbe da traino alla transizione verso la sostenibilità e fornirebbe delle garanzie agli investitori privati sui rischi, favorendo il loro contributo.

Per fare un esempio pratico, con una Green Investment Bank sarebbe possibile velocizzare gli investimenti verso le innovazioni del comparto dell’energia solare e dei sistemi per rimuovere la CO2. Senza considerare il fatto che un tale ente potrebbe raccogliere conoscenze e dati da distribuire agli altri player del settore finanziario.

Dal punto di vista legislativo, a maggio cinque parlamentari elvetici di vari partiti hanno presentato una mozione per richiedere l’istituzione di una Green Investment Bank (GIB) nazionale. Nel documento, che ha poi ricevuto l’appoggio di oltre 80 parlamentari, si legge che «al momento i capitali privati faticano a essere convogliati, su larga scala e con le tempistiche necessarie, in progetti con elevati requisiti d’investimento e maggiori rischi».

L’istituzione di banche o fondi interamente rivolti a opere sostenibili è un’idea già concretizzata in altre parti del mondo, come il Regno Unito, la Germania o il Giappone. Ad oggi, in Svizzera esistono due fondi d’investimento statali dedicati a tali attività, ma non c’è ancora una banca ad hoc.

E secondo Foraus, un istituto di finanza etica e sostenibile sarebbe la soluzione ideale alla carenza attuale di finanziamenti green. Sébastien Chahidi, il co-ideatore della proposta avanzata del think tank, ha detto a swissinfo che bisogna «farsi ispirare» dagli «esempi di successo a livello mondiale e applicarli alla realtà svizzera». L’appoggio statale riveste un ruolo di fondamentale importanza. «Tramite l’investimento in un progetto – sottolinea l’esperto – la Green Iinvestment Bank mette in chiaro agli investitori privati che si tratta di un’operazione sicura».

È necessario tenere a mente che per l’ecologizzazione della Confederazione bisogna sostenere dei costi elevati. L’associazione di categoria dei banchieri svizzeri (ASB) stima che serviranno investimenti sostenibili pari a 387 miliardi di franchi nel giro di trent’anni per raggiungere gli obiettivi climatici del Paese entro il 2050. Dunque, bisogna trovare 12,9 miliardi di franchi all’anno.

L’ASB ritiene tuttavia che la Svizzera abbia già tutte le carte in regola per sostenere tali cifre e non ama l’idea della creazione di una nuova banca statale da affiancare al sistema bancario privato. Sulla stessa linea è anche lo Swiss Sustainable Finance (SSF), un ente che raggruppa player del mondo finanziario, accademico e pubblico, al fine di favorire la finanza sostenibile.

«A impedire l’accelerata del ritmo della sostenibilità non è certo la mancanza di finanziamenti, quanto procedure immensamente complesse e lunghe per ottenere le licenze». È questo il pensiero espresso da Sabine Döbeli, l’amministratrice delegata di SSF, a swissinfo. Insomma, il problema principale sarebbe l’attuale quadro normativo. Pertanto, l’ente ritiene che sia meglio intervenire sulle normative anziché istituire una banca pubblica.

Foraus, invece, sostiene che la Green Invesment Bank sarebbe utile in ogni caso; tra gli altri potenziali vantaggi, garantirebbe alle startup un accesso completo ai mercati del debito per reperire nuovi fondi. Inoltre, potrebbe fornire consulenza in ambito M&A e aiutare le imprese a quotarsi in Borsa. Ma c’è una cosa su cui non si può non essere tutti d’accordo: questo dibattito fa bene al Paese e lo aiuterà a trovare la strada per un futuro sostenibile.