Svizzera, una casa sicura per gli investitori

«La casa ripara il sognare ad occhi aperti, la casa protegge il sognatore, la casa permette di sognare in pace».

Citazione tratta da La poetica dello spazio, di Gaston Bachelard

 

La casa è il simbolo del luogo in cui ognuno si sente al sicuro e vive liberamente. E come scrive Gaston Bachelard, «la casa ripara il sognare ad occhi aperti, la casa protegge il sognatore, la casa permette di sognare in pace».

Concentrandoci sulle recenti novità in arrivo dalla Svizzera, ricalcando questi concetti, possiamo dire che la Confederazione ha ribadito di essere una “casa sicura” per la finanza, in cui investimenti e patrimoni trovano un ambiente fiscale e legislativo che li tutela, a beneficio di tutto l’ecosistema economico-finanziario, Borsa inclusa.

Di recente, infatti, nella terra di Guglielmo Tell i cittadini sono stati chiamati alle urne per decidere una potenziale legge che proponeva di contribuire finanziariamente alla politica climatica dello stato attraverso l’introduzione di un’imposta su successioni e donazioni superiori ai 50 milioni di franchi svizzeri. Il referendum è stato respinto in modo molto netto dal 78,28% delle persone che sono andate a votare, il 43% degli aventi diritto.

La misura avrebbe riguardato i cosiddetti “super-ricchi”: in sostanza, l’obiettivo era introdurre a livello federale un’imposta pari al 50% su successioni e donazioni che oltrepassavano complessivamente una franchigia di 50 milioni di franchi.

A valle del risultato del referendum, Giorgio Pradelli, Ceo della banca svizzera EFG International, ha detto alla CNBC che il Paese rimane la «location numero uno al mondo» per il wealth management e il private banking. «Abbiamo un ecosistema estremamente sano e forte», ha aggiunto.

L’organizzazione Economiesuisse ha definito il dibattito sull’imposta di successione una «discussione superflua e dannosa», accogliendo con favore la bocciatura della proposta e precisando: «La minaccia di vendite forzate di aziende e il conseguente indebolimento della piazza economica hanno convinto gli aventi diritto al voto di tutti gli schieramenti politici».

Stefan Legge, esperto fiscale dell’Università di San Gallo, ha spiegato che uno dei potenziali effetti dell’imposta del 50%, se fosse stata applicata, sarebbe stato un calo del gettito fiscale. Questo perché le persone più colpite da questa potenziale misura avrebbero potuto spostare i propri patrimoni o trovare soluzioni alternative per l’ottimizzazione fiscale.

Dunque, anche se l’iniziativa poi bocciata aveva un “obiettivo ideale” positivo, da ricollegare alle politiche sociali e climatiche, secondo diversi esperti non era il modo giusto per perseguirlo e l’effetto avrebbe rischiato di essere addirittura l’opposto di quanto sperato.

Legge ha affermato che la Svizzera è «ancora molto forte» nel «trovare il giusto equilibrio tra tasse e servizi pubblici adeguati», nonostante la concorrenza dei centri finanziari del Medio Oriente e di altri Paesi.

Non bisogna scordare che la stabilità fiscale è un asset per la Confederazione, riducendo il rischio percepito dagli investitori. Si innesca così un circolo virtuoso: più depositi nelle banche svizzere, più capitali gestiti da asset manager e private banking, più risorse che cercano allocazione in strumenti vicini e accessibili. Dalle azioni svizzere (per esempio le blue chip come Nestlé, Novartis, Roche etc.) alle startup, fino ai fondi di Venture Capital e al Real Estate.

Per la piazza finanziaria elvetica c’è anche un’altra novità da non sottovalutare. Il board di SIX, gruppo che gestisce la Borsa svizzera e quella spagnola, questo mese ha nominato André Helfenstein nuovo presidente, con effetto dal 1° gennaio 2026. Oltre a essere un membro del board di SIX dal 2020, il manager possiede una solida esperienza a livello nazionale e internazionale, avendo ricoperto ruoli apicali in Credit Suisse e con oltre un decennio di attività presso Boston Consulting Group, dove è stato Partner e Managing Director.

«SIX contribuisce in modo significativo alla competitività della piazza finanziaria svizzera – ha commentato André Helfenstein – Insieme al Board of Directors e all’Executive Board, mi concentrerò sul proseguimento dello sviluppo di SIX, rafforzando costantemente i nostri servizi e la nostra infrastruttura».

Nel 2026, pertanto, sarà meglio non perdere d’occhio la Svizzera come terra d’investimenti a 360 gradi.