Future Mirror – Difesa europea e startup: in campo anche il Ceo di Spotify

Un record storico di 5,2 miliardi di dollari. Parliamo dei finanziamenti di venture capital 2024 nel settore europeo della difesa e sicurezza, secondo un report del NATO Innovation Fund. Considerando l’attuale contesto geopolitico, la tendenza potrebbe accelerare ulteriormente.

Un segnale di rilievo è arrivato di recente, con l’annuncio di Helsing – startup europea di tecnologia per la difesa – relativo a un round da 600 milioni di euro. Un investimento che è stato guidato da Prima Materia, il fondo creato dal Ceo di Spotify ,Daniel Ek, insieme a Shakil Khan, uno dei primi investitori della popolare app di streaming musicale. Senza scordare che Ek è anche presidente di Helsing.

Al round hanno partecipato inoltre player come Lightspeed Venture Partners, Plural, General Catalyst e Saab.

Helsing ha detto che utilizzerà i nuovi fondi per investire nella sovranità tecnologica europea, in scia con gli sforzi dell’UE di portare nel Vecchio Continente lo sviluppo e la produzione di tecnologie critiche come l’intelligenza artificiale.

«Mentre l’Europa rafforza rapidamente le proprie capacità di difesa in risposta a sfide geopolitiche in evoluzione, c’è un bisogno urgente di investimenti in tecnologie avanzate che garantiscano la sua autonomia strategica e prontezza alla sicurezza», ha dichiarato Daniel Ek in un comunicato.

Helsing – ad oggi operativa tra Regno Unito, Germania e Francia – non ha reso nota la nuova valutazione societaria a seguito del finanziamento, che resta soggetto a «determinate approvazioni», secondo quanto comunicato.

Comer ricordato da CNBC, l’anno scorso, la società era stata valutata circa 5 miliardi di euro in un round da 450 milioni di euro guidato da General Catalyst.

Negli ultimi tempi, la difesa e le tecnologie correlate sono diventate un ambito molto interessante per gli investitori; Ucraina-Russia, Medio Oriente, Africa: di conflitti negli ultimi anni ne abbiamo visti, e ancora ne vediamo (purtroppo), molti. Va poi considerato l’effetto Trump e il suo “disimpegno” dall’Europa, che spinge l’Unione ad accelerare sulla sua indipendenza difensiva. Dunque, non c’è da stupirsi che il settore della difesa sia un trend in continua crescita.

Helsing, in particolare, sviluppa software basati su intelligenza artificiale in grado di analizzare grandi quantità di dati provenienti da sensori e sistemi tech (come infrarossi, telecamere, radar e sonar montati sui veicoli).

Il prodotto di punta della startup, Altra, elabora queste informazioni generando una mappa digitale del campo di battaglia aggiornata in tempo reale, con obiettivi chiari: dare al personale militare una visione complessiva dell’andamento di determinate operazioni, supportando i processi decisionali degli ufficiali. La tecnologia può essere tuttavia usata anche in ambito civile per il monitoraggio del territorio, ad esempio.

Tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, in ogni caso, Helsing ha cominciato un’evoluzione strategica: non più semplice fornitore di software, ma anche produttore integrato di sistemi e mezzi, avviando la produzione della propria linea di droni HX-2.

Approfondiamo dunque una questione delicata: alcuni fondi di venture capital cercano di evitare le restrizioni ESG puntando su tecnologie cosiddette “dual-use”, ovvero con applicazioni sia civili sia militari. Tra queste rientrano la computer vision, la robotica, i software di cybersecurity e i droni autonomi.

Tutti e tre gli unicorni europei della tecnologia per la difesa – tra cui appunto Helsing, ma anche la tedesca Quantum Systems e la portoghese Tekever (attive anche loro nel comparto droni) – si promuovono come aziende a uso duale.

Da un punto di vista etico, ognuno fa le proprie considerazioni. Secondo quanto detto a Reuters da Sten Tamkivi, partner della piattaforma di investimento Plural, che ha investito in Helsing: «Noi e la nostra base di investitori siamo allineati sull’idea che difendere il futuro delle nostre democrazie sia un bene morale, ma in altri fondi c’è chi ritiene che lavorare su tecnologie letali non sia accettabile».