Riflettere responsabilmente

«Affinché sorgano nuovi modelli di progresso abbiamo bisogno di “cambiare il modello di sviluppo globale”, la qual cosa implica riflettere responsabilmente “sul senso dell’economia e sulla sua finalità, per correggere le sue disfunzioni e distorsioni”».

Citazione tratta dall’enciclica Laudato Si’, di Papa Francesco

 

«Riflettere responsabilmente»: è uno degli inviti che Papa Francesco ripeteva in ambito economico e non solo. Ed è per questo che si è fatto promotore di eventi che hanno riunito economisti e accademici di tutto il mondo, nella speranza che insieme si possa «cambiare il modello di sviluppo globale» (in questo caso, ribadendo le parole di Benedetto XVI).

Le azioni e la voce della guida della Chiesa Cattolica hanno un impatto sul mondo e sui mercati: si pensi al potenziale ruolo di mediazione della diplomazia vaticana nei conflitti globali, al dialogo con i leader dei governi e delle aziende, alla finanza e all’associazionismo di stampo cattolico.

Barron’s ha tra l’altro scritto che «un’eredità di Papa Francesco sarà di tipo finanziario». Gli investimenti del Vaticano «stanno generando profitti, forse grazie a una rinnovata attenzione, guidata dal defunto pontefice, ai valori sociali allineati con la Chiesa Cattolica».

«Nel 2023, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, o APSA, ha guadagnato quasi 46 milioni di euro dai suoi investimenti: 37,9 milioni di euro hanno coperto le spese della Chiesa e il resto è stato un profitto». Con Papa Francesco, gli investimenti hanno dovuto seguire precisi criteri etici, nel rispetto dei principi ESG.

Temi di stringente attualità: se negli Stati Uniti di Trump l’attenzione all’ambiente e agli effetti negativi di un capitalismo senza regole rischia di passare in secondo piano, in Europa resta alta la sensibilità su tali dinamiche. E anche in questo caso è utile «riflettere responsabilmente» su come stia cambiando il modello di sviluppo globale e quale modello sia il migliore per il bene comune.

L’attivismo o meno del prossimo pontefice in ambito economico sarà da monitorare. Se raccoglierà l’eredità e lo stile di Papa Francesco sappiamo cosa aspettarci. Non avversione al capitalismo tout court, ma impegno per un “buon capitalismo” che mette al centro la persona e che aiuta a far emergere opportunità per tutti, senza trascurare gli ultimi e gli aspetti sociali e ambientali.

Il New York Times ha ricordato che Papa Francesco «ha incontrato regolarmente leader aziendali, tra cui colossi della tecnologia come Tim Cook (Apple) ed Eric Schmidt (ex Alphabet), vertici finanziari come Brian Moynihan (Bank of America) e Steve Schwarzman (Blackstone), e anche dirigenti di Exxon Mobil, Chevron e BP. Ha inoltre stretto alleanze con grandi aziende, dando la sua benedizione a un gruppo impegnato per l’ambiente, il Council for Inclusive Capitalism with the Vatican», che ha tra l’altro collaborato «con società il cui valore complessivo era nell’ordine di trilioni di dollari».

Papa Francesco ha inoltre «elogiato alcuni aspetti del business moderno. Ha definito Internet un “dono di Dio” nel 2014, ha analizzato le promesse dell’intelligenza artificiale, e ha descritto il business in generale come una “vocazione nobile”».

Papa Francesco ha anche dato un contributo agli eventi internazionali, vedendo positivamente il confronto tra i “grandi della finanza”, purché questi ascoltassero anche la voce degli ultimi: «Non dobbiamo mai permettere che la cultura della prosperità ci anestetizzi, rendendoci incapaci di provare compassione per il grido dei poveri, di piangere per il dolore degli altri e di sentire il bisogno di aiutarli, come se tutto ciò fosse responsabilità di qualcun altro e non nostra», scrisse in una lettera al World Economic Forum di Davos.

Sul Time, John Hope Bryant, fondatore del Bryant Group Ventures, pur non essendo cattolico ha scritto parole di elogio per Papa Francesco. Cosa significa «mettere le persone – e non i profitti – al centro?»: è una delle domande che Papa Francesco gli ha ispirato.

«Per me, non è solo teoria. È pratica – ha scritto Bryant – Ho visto cosa succede quando si insegna a una persona come funziona il denaro, quando si migliora un punteggio di credito, si aiuta qualcuno a comprare la sua prima casa, o si sostiene una piccola impresa in una comunità in difficoltà. La dignità ritorna. La speranza si riaccende. E l’economia cresce, non solo in termini di denaro, ma in forza».

Lui e Papa Francesco avevano delle consapevolezze comuni: «che ci eleviamo sollevando gli altri. E che il capitalismo, quando è fatto bene, può essere uno degli strumenti più potenti per il bene che il mondo abbia mai conosciuto».