Niente panico

«Il panico è altamente contagioso, specialmente in situazioni dove nulla è noto e tutto è in divenire.»

Citazione tratta da L’ombra dello scorpione – The Stand, di Stephen King

 

«Il panico è altamente contagioso», come scrive Stephen King. Ed è una dinamica vera anche per i mercati, ma gli investitori con i nervi più saldi sanno bene che il cosiddetto “panic selling” non è mai la soluzione.

Stiamo attraversando un periodo caratterizzato da alta volatilità, in cui nulla sembra noto, soprattutto per l’imprevedibilità di Trump che sta scuotendo l’economia globale con i dazi e le successive retromarce. Continua la lotta commerciale con la Cina, mentre sugli altri Paesi è stata decisa una pausa di 90 giorni: durerà? Si arriverà a veri accordi? E se sì, quando?

Tuttavia, anche in questo contesto, la volatilità può rappresentare un’occasione se la si sa sfruttare con un’adeguata strategia, sempre considerando la propria propensione al rischio e i propri obiettivi individuali.

Trattando l’attuale contesto in maniera più generale, possiamo dire che alcuni esponenti del mondo finanziario, tra cui Larry Fink di BlackRock, hanno parlato di un’opportunità di acquisto a lungo termine. Tuttavia, alcuni strateghi hanno segnalato dei rischi ribassisti qualora la pausa sui dazi fosse solo una parentesi, per l’impatto negativo delle tariffe sull’economia americana, globale e sull’inflazione.

In questo scenario potremmo assistere a borse che viaggiano come montagne russe, con giornate di ribassi e altre di rimbalzi, anche in base al flusso di notizie e alle dichiarazioni della Casa Biana o delle controparti coinvolte nelle dispute-trattative commerciali.

Un rimbalzo duraturo avverrà solo quando «ci sarà un deciso cambiamento di rotta nella politica» dell’amministrazione USA, ha sottolineato Michael Brown, senior research strategist di Pepperstone Group.

In tale scenario, si può valutare il metodo “buy and homework”, ossia un approccio strategico che prevede un’analisi approfondita – il “fare i compiti” – prima di acquistare un asset e, successivamente, di mantenere la posizione nel lungo termine. In altre parole, si tratta di valutare attentamente i fondamentali, gli indicatori economici e le prospettive aziendali, per poi resistere alla tentazione di vendere in preda al panico durante le fasi di volatilità.

Lo abbiamo visto tante volte nella storia dei mercati che quando ci sono contesti critici o comunque di stress per le borse, queste prima o poi si riprendono e tornano a correre più forti di prima. Basti pensare al panic selling durante il Covid e a quello che è successo poi sul lungo termine.

Diversi esperti hanno quindi evidenziato che, anche oggi, le oscillazioni non dovrebbero far distogliere l’attenzione dal quadro di lungo periodo, sottolineando l’importanza di rimanere fedeli a una strategia basata su analisi approfondite e sulla diversificazione degli investimenti.

Non si può prevedere con certezza cosa farà Trump, ma la speranza è che si arrivi a dei trattati commerciali definitivi, anche con la Cina, nonostante la complessità della situazione.

Ma, in ogni caso, la potenziale pressione sui mercati potrebbe spingere l’amministrazione Trump a chiudere gli accordi con gli altri Paesi in questi 90 giorni di pausa. Anche perché diversi esponenti del mondo finanziario che hanno sostenuto la campagna elettorale di Trump stanno facendo pressioni per rimuovere o almeno depotenziare i dazi in maniera definitiva, Elon Musk compreso.

Kevin Philip di Bel Air Investment Advisors ha un’idea chiara: «Non credo che Trump tollererà passivamente un crollo massiccio del mercato azionario. Vedrebbe la sua popolarità calare e l’intera agenda a rischio». Pertanto, ha detto a Reuters, «non vedo una via d’uscita se non con nuovi accordi o un cambio di direzione».

Scott Bessent (Segretario al Tesoro USA) aveva già detto che molti Paesi avevano contattato la Casa Bianca per avviare colloqui, facendo trasparire che dietro la voce grossa di Trump ci sia il desiderio anche da parte americana di rispondere ai partner con accordi duraturi.

Capital Economics stima che i dazi potrebbero ridursi della metà se si raggiungeranno accordi con UE, Cina e altri Paesi. Sostenendo che il presidente americano punti a risultati tangibili (es. aumento delle esportazioni USA) piuttosto che a una guerra commerciale prolungata.

Di certo, gli investitori devono monitorare costantemente i flussi di notizie, per essere pronti, senza panico, a ripensare la propria strategia e cogliere eventuali opportunità.