Abbiamo sbagliato tutto?

«Basta alzarsi un mattino alle sette e uscire di casa per capire che abbiamo sbagliato tutto.»

Citazione tratta da Frasario essenziale per passare inosservati in società, di Ennio Flaiano

 

Riprendendo Flaiano, alcuni investitori potrebbero dire: basta alzarsi un mattino e leggere le notizie di una startup asiatica per capire che abbiamo sbagliato tutto. L’iperbole è ovviamente rivolta a DeepSeek.

Finora si è parlato tantissimo dell’effetto della società cinese, che ha sviluppato un’intelligenza artificiale efficiente e “low cost”, sugli Stati Uniti. Mentre sono rimasti un po’ più in ombra il ruolo e le ripercussioni sull’Europa, finora vista come cavallo debole nella corsa dell’AI.

La startup asiatica ha però sconvolto lo scenario e il Vecchio Continente adesso ha nuove prospettive per competere contro la potenza del capitalismo nazionale americano in questo settore.

«I modelli di AI efficienti e di alta qualità non sono più un’esclusiva dei giganti tecnologici con immense risorse hardware», ha affermato Lucie Aimée Kaffee, responsabile delle politiche dell’UE e ricercatrice applicata presso Hugging Face, una piattaforma di sviluppo open-source per l’AI. Infatti, l’Europa potrebbe competere puntando su «efficienza, specializzazione e sviluppo responsabile dell’IA» con modelli «più piccoli» come DeepSeek, ha aggiunto.

L’UE non possiede giganti tecnologici come quelli americani, in grado di investire miliardi di euro nell’hardware necessario per sviluppare i modelli di IA. E fino a poco tempo fa questo sembrava un ostacolo insormontabile. DeepSeek, gratuita per gli utenti che la interrogano e con costi ridotti nell’ambito API, ha però dimostrato che costruire e allenare i modelli può essere molto meno dispendioso, passando dall’ordine dei miliardi a quello dei milioni. E non sono più necessari super-chip in super-server di super-data-center gestiti da pochi colossi.

Inoltre, essendo una tecnologia a minor consumo energetico e open source ribalta il paradigma chiuso di molti sistemi energivori di AI americani. In sostanza, sarà possibile sviluppare delle soluzioni, ad esempio chatbot, sfruttando sistemi terzi (come DeepSeek, ma probabilmente ne sorgeranno altri) e utilizzando propri server interni. Anche la piccola e media impresa avrà le risorse per gestire soluzioni AI performanti a fronte di costi e processi accessibili, senza dover bussare alla porta di Sam Altman.

Aziende europee come la francese Mistral, la tedesca Aleph Alpha, l’italiana Almawave e molte altre piccole realtà potrebbero guadagnare terreno. «La corsa all’IA è tutt’altro che conclusa», ha dichiarato martedì a Bruxelles il portavoce della Commissione Europea, Thomas Regnier.

«I fondatori di startup che sviluppano applicazioni basate sull’AI ora hanno un modo per ottenere buone prestazioni a costi significativamente più bassi», ha sottolineato Nathan Benaich, socio generale della società di venture capital specializzata in intelligenza artificiale, Air Street Capital.

Mentre Nick Clegg, capo uscente delle relazioni istituzionali di Meta, intervenuto al World Economic Forum di Davos la scorsa settimana, ha detto che la creazione di applicazioni di IA basate su modelli esistenti è un settore in cui l’Europa può ancora vincere.

In sostanza l’AI diventa quasi una materia prima e il Vecchio Continente può lavorarla e arrivare a prodotti ad alto valore aggiunto. In Europa, naturalmente, tutti i passaggi dovranno essere fatti in un contesto normativo che tutela privacy e libertà di pensiero.

Utilizzando direttamente la chat di DeepSeek si vede che non possono essere toccati argomenti invisi al regime cinese. Tuttavia, il cambio di paradigma introdotto dall’azienda asiatica apre la strada a nuovi orizzonti anche nelle democrazie del Vecchio Continente, dove potrebbero sorgere nuove startup. E in cui gli sviluppatori di AI dovranno operare sotto l’occhio vigile dell’UE.

Nel corso del forum di Davos della scorsa settimana, Mauro Macchi – Ceo Europa, Medio Oriente e Africa e presidente per l’Italia di Accenture – ha chiamato a un’alleanza per l’adozione dell’intelligenza artificiale fra le imprese del Continente. Il manager ha detto che serve «gioco di squadra», facendo perno su investimenti, competenze, formazione, e sull’integrazione delle piccole e medie imprese nel processo di adozione dell’AI generativa.

E con i sistemi che seguono l’approccio di DeepSeek, quest’alleanza potrebbe essere ancor più fruttuosa. Chi dava l’Europa per morta potrebbe aver sbagliato tutto.