Swiss Mirror – Ermotti, un top player per la nuova partita di UBS

Sergio Ermotti è ufficialmente al timone di UBS. Il manager svizzero è andato a sostituire l’ormai ex amministratore delegato Ralph Hamers, che gli ha ceduto il testimone durante l’assemblea degli azionisti di inizio aprile, con un principale obiettivo: guidare l’integrazione con Credit Suisse.

Si tratta di un’operazione complessa, ma Ermotti è un banchiere di alto profilo ed è considerato dal CdA la miglior scelta possibile per gestire questa sfida. Il suo curriculm parla da sé, a partire dal precedente operato in UBS, che aveva già guidato dal 2011 al 2020. Un periodo in cui ha dimostrato di saper superare periodi delicati, consolidando la leadership internazionale di UBS, nonostante le conseguenze della crisi finanziaria mondiale del 2008.

Non è un caso che Hamers, durante il passaggio di consegne, abbia affermato: «UBS sarà ancora più forte». Come a dire che il suo successore è una “garanzia” per l’istituto.

Prima del 2011, il bagaglio di esperienza di Ermotti era già molto solido. Il manager ha svolto con successo lavori che spaziano dalla Banca Cornèr di Lugano a Citigroup, fino a Merrill Lynch. Nel 2005, Ermotti ha macinato esperienza anche in Italia, affiancando Alessandro Profumo in UniCredit dove, inizialmente, agì nella veste di responsabile trading & investment banking, per poi assumere anche il ruolo di vice amministratore delegato.

Ora, la nuova sfida in UBS richiederà tempo e pazienza. Nessuno può predire con esattezza il futuro, ma «potete essere certi che tratteremo tutti i dipendenti in modo equo sia presso CS che presso UBS», ha spiegato Ermotti. Sottolineando che «con l’imminente integrazione non stiamo semplicemente mettendo insieme due società per crearne una ancor più grande. Piuttosto stiamo unendo risorse e talenti per costruire una nuova UBS che sia più grande della somma delle sue parti».

Una strategia che mira a preservare il valore di entrambe le banche, per questo Ermotti ha fatto un appello preciso: «È fondamentale continuare a concentrarci sul sostegno ai nostri clienti e sul mantenimento delle nostre attività operative». Insomma, non è tempo di fermarsi, ma di andare avanti con ancor più decisione.

Colm Kelleher, presidente del Cda di UBS, ha sottolineato che l’acquisizione di Credit Suisse comporta rischi, ma anche «grandi opportunità». Non è certamente una passeggiata gestire «la prima fusione di due banche di importanza sistemica globale», ma, al contempo, si tratta di «un nuovo inizio per una banca combinata e per l’intera piazza finanziaria svizzera».

Relativamente alla gestione dei posti di lavoro, il vicepresidente del Cda Lukas Gähwiler, in occasione dell’assemblea, ha evidenziato che l’integrazione dei due istituti è un «compito erculeo, che nel breve periodo richiederà un numero maggiore e non minore di persone. A medio termine, è chiaro che dobbiamo valutare diverse opzioni. E a lungo termine è altrettanto chiaro che si creeranno delle sinergie».

Nel frattempo, Ermotti si è messo subito al lavoro; la nuova creatura che nascerà al termine dell’integrazione con Credit Suisse si concentrerà sulle attività di wealth e asset management. Il comparto dell’investment banking verrà rivisto, fino a rappresentare non più del 20% dei risk weighted asset della nuova banca. Ermotti punta infatti a valorizzare il modello dell’attuale UBS, che ha tra i suoi punti fondamentali «la centralità dell’attività di gestione di patrimoni e il contenimento delle attività di investment banking e dei rischi connessi».

Va poi sottolineato che l’integrazione con Credit Suisse permetterà maggiori economie di scala e fornirà nuove soluzioni ai clienti. Tuttavia, l’operazione ha suscitato alcuni dubbi sulle dimensioni della “super-banca”. Ma, secondo Ermotti, l’istituto che uscirà dall’integrazione non sarà troppo grande, anche perché dovrà competere con i big internazionali.

Relativamente al sostegno pubblico, il manager ticinese è stato molto chiaro: «Se si considera tutto il quadro dell’acquisizione, allora penso che si possa dire che le garanzie della Banca nazionale e della Confederazione sono ragionevoli». Naturalmente, i prossimi mesi saranno fondamentali per capire l’andamento dell’integrazione, ma un elemento è certo: la partita sarà giocata con la presenza di un top player come Ermotti, che non lascerà nulla al caso.