Capricci o desideri?

“Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Così, io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No.
Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. “

“Oceano Mare” di Alessandro Baricco

 

I nostri desideri non hanno un prezzo. Potremmo quasi dire che è quando ci dimentichiamo di loro che la vita ci chiede il conto. I desideri non possono che essere il carburante che ci tiene in vita, ma ancor più importante, la sorgente che ci mantiene vivi.

Ma che ruolo giocano i desideri nella nostra vita?

Se c’è qualcuno che non dimentica di dare ascolto ai suoi desideri questo è senza ombra di dubbio il Presidente Trump. É lui infatti il protagonista indiscusso di questa settimana.

Sabato siamo finalmente giunti ad un accordo tra Usa e Messico circa la questione commerciale. É stato il Presidente stesso a comunicarlo tramite un tweet.

“Sono lieto di informarvi che gli Stati Uniti d’America hanno raggiunto un accordo con il Messico”. Il paese a stelle e strisce ha infatti sospeso a tempo indeterminato le tariffe che avrebbero dovuto gravare a partire dallo scorso lunedì sull’economia del confinante Messico. Quest’ultimo ha in cambio promesso di arginare l’immigrazione illegale che giungeva negli Stati Uniti.

Come dicevamo prima, i desideri non hanno prezzo, ma alcuni comportamenti hanno senz’altro delle conseguenze. A testimoniarlo è ancora una volta Trump che, reduce dal suo successo diplomatico dopo tre giorni di negoziati, ha inavvertitamente sventolato un foglio di carta di non poca importanza davanti agli occhi di giornalisti e rispettive telecamere. Grazie allo zoom di queste ultime si sono infatti scoperti dettagli riguardo all’accordo tra i due paesi ed in particolare siamo giunti a conoscenza di una clausola d’accettazione da parte del Messico circa l’arginare del flusso migratorio.

L’accordo ha aperto la strada ad uno scenario di risk-on che ha senz’altro contribuito alle aperture positive dei listini europei e dei futures statunitensi di lunedì oltre che ai rialzi della seduta asiatica.

Si dice che gli uomini riescano a fare soltanto una cosa per volta, a differenza delle donne che sono invece multitasking. Il tycoon statunitense sembra però voler smentire questa credenza diffusa. É cosi che, dopo il Messico, la Cina è entrata nuovamente nel suo mirino. Nell’aria riecheggiano minacce di dazi su circa 300 Mld$ di beni qualora il Presidente Xi non dovesse prendere parte al G20 di Osaka il prossimo 28-29 giugno.

Qualche mese fa Michael Cohen, avvocato personale di Trump, svelava al mondo i tentativi del presidente di insabbiare i suoi insoddisfacenti risultati accademici. Questa settimana abbiamo però avuto la conferma che il Presidente non è mancato alla prima lezione del corso di macroeconomia. “Per migliorare le esportazioni e rendere i propri prodotti meno costosi i paesi deprezzano la loro moneta”. E’ questo semplice concetto che ha fatto sì che lunedì il Presidente Usa attaccasse la politica cinese di svalutazione dello yuan attuata per compensare i dazi. Martedì il dito era invece puntato contro l’euro, dichiarato troppo basso rispetto al dollaro. Si tratta dell’ennesima critica indiretta nei confronti della Fed, e in particolare di una frecciatina indirizzata al “ridicolo” (così lo ha definito Trump) quantitative tightening del governatore Jerome Powell.

Durante l’ottava conferenza dei paesi dell’Europa centrale e orientale, Mario Draghi non ha invece parlato di politica monetaria, ma solamente di mercato unico. Il presidente BCE ha infatti ribadito come quest’ultimo sia stato fonte di crescita e ancora di stabilità, e incentivato l’Europa ad implementare riforme volte ad ottenere un modello di crescita equilibrato e meno vulnerabile al contesto di rallentamento generale.

Passando al fronte Brexit, ieri il parlamento UK ha bocciato (309 voti contro 298) la mozione del Labour party per bloccare la possibilità di un No-deal.

Boris Johnson ci rassicura dicendo che il “no deal Brexit” rimane si’ sul tavolo, ma se ne farà uso soltanto nel peggiore degli scenari.

A proposito di sofferenze, vediamo questa settimana vendite su titoli dei settori tecnologico, energetico e finanziario.  Brent e WTI sono stati vittime di grandi vendite ed attualmente il primo si trova sotto quota 62$/b. Questa situazione di sell off, causata dalle previsioni choc della Russia e dalle aspettative di minor importazioni cinesi, è stata lievemente compensata da un balzo delle quotazioni arrivato stamattina dopo la notizia di un incidente di una petroliera in Oman.

Al di là delle peripezie geopolitiche, che vanno inesorabilmente in scena, ritengo che se avessimo a disposizione più di una vita potremmo senz’altro fare a meno dei capricciosi desideri del nostro cuore.

Tuttavia il viaggio della vita è di sola andata: il replay non ci è concesso.

Fuori dal finestrino il panorama che si prostra ai nostri occhi è davvero magnifico, ma ogni tanto vale la pena buttare l’occhio dentro ai nostri desideri. Sono loro la chiave di lettura per un mondo che altrimenti rimarrà soltanto uno sconosciuto indomabile. Un enigma.