🇨🇭Swiss Mirror – La Svizzera mette a punto una nuova strategia anti-Covid

La Svizzera si prepara a nuove misure per il contenimento della pandemia di Covid-19, nonché a varare ulteriori aiuti economici per i settori più colpiti. «La situazione si sta complicando – ha spiegato nei giorni scorsi Simonetta Sommaruga – Il Governo si è riunito in seduta straordinaria e dobbiamo prendere di nuovo in mano la situazione. I contagi stanno aumentando e servono nuove decisioni».

Il Consiglio federale ha quindi mandato in consultazione ai Cantoni un nuovo provvedimento con misure restrittive che dovrebbero scattare da sabato 12 dicembre al 20 gennaio; l’approvazione finale del pacchetto è prevista per venerdì 11.

Il piano di basa su tre pilastri, a partire dall’armonizzazione delle restrizioni introdotte nei vari Cantoni, in particolare uniformando la chiusura anticipata di ristoranti, negozi e strutture ricreative. Il Consiglio federale inoltre propone di introdurre un «meccanismo di escalation» se la situazione non dovesse migliorare, il quale permetterebbe di introdurre restrizioni supplementari. Il terzo pilastro, invece, prevede nuovi aiuti economici ai settori maggiormente danneggiati.

In particolare, tra le proposte, c’è l’obbligo di chiusura alle 19 di ristoranti, negozi e strutture ricreative e sportive, con serranda abbassata la domenica. È previsto inoltre il limite negli incontri privati a massimo 5 persone, soglia che si alzerà fino a 10 individui dal 24 al 26 dicembre e il 31 dicembre. Le manifestazioni pubbliche, ad eccezione delle celebrazioni religiose e degli incontri dei Legislativi (Consigli comunali e parlamenti cantonali), saranno vietate. Così come le attività culturali e scolastiche. Lo sci dovrebbe invece essere esente da restrizioni ulteriori, così come gli altri sport all’aperto.

«Stiamo cercando di impedire un lockdown, ma per farlo serve un intervento chiaro del Consiglio federale. Certi Cantoni hanno deciso delle misure, ma serve ora armonizzare i provvedimenti», ha detto il consigliere federale Alain Berset nel commentare il pacchetto di misure. «Oggi non siamo dove avremmo voluto essere nella gestione della pandemia», ha aggiunto sottolineando che «ci troviamo in una situazione pericolosa, una stagnazione ad un alto livello della curva». Inoltre, Berset ha precisato che «se un Cantone volesse andare oltre, introducendo ulteriori chiusure, è libero di farlo».

Nel frattempo, prosegue l’impegno della Caritas svizzera nell’aiutare le persone più in difficoltà a causa del Covid-19. L’associazione ha infatti lanciato la più grande operazione di soccorso nella Confederazione della sua storia, e «una fine non è prevedibile» come ha spiegato di recente Bruno Bertschy, il responsabile progetti. Dall’inizio della pandemia, il numero di richieste di consulenza sociale è salito a 10.000, ovvero il doppio rispetto agli altri anni.

Il numero è aumentato durante la seconda ondata pandemica soprattutto nella Svizzera romanda. In totale, l’aiuto fornito finora dalla Caritas ammonta a oltre 12 milioni di franchi, che hanno reso possibili azioni di soccorso per circa 100.000 persone.

Sul fronte dei vaccini anti-coronavirus, le autorità continuano a condurre colloqui con vari produttori, dopo aver di recente siglato un accordo con Pfizer/BioNTech. Si tratta del terzo contratto stipulato dalla Confederazione, che va ad aggiungersi alle intese già firmate con le case farmaceutiche Moderna e AstraZeneca.

L’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) stima che la campagna di somministrazione inizierà a gennaio. In particolare, sono previste 70.000 vaccinazioni al giorno, per un totale di 6 milioni di persone vaccinate entro l’estate; un risultato significativo considerando che il Paese conta meno di 9 milioni di abitanti.

Virginie Masserey, responsabile della sezione di controllo delle infezioni dell’Ufsp, in un’intervista ha dichiarato che diversi cantoni sono già in una fase di preparazione molto avanzata. Altri, invece, stanno ancora valutando quanti centri di vaccinazione creare. Tra le strutture che potrebbero essere scelte dalle autorità cantonali ci sono palestre, edifici della protezione civile, ospedali, farmacie e ambulatori medici. Masserey ha poi confermato che i gruppi a rischio saranno i primi ad essere vaccinati. Oltre agli anziani, questi includono anche persone con pressione alta, diabete e malattie polmonari croniche.